giovedì 13 settembre 2012

Benin, Mali e Costa d'Avorio

La colonia dell'Africa Occidentale Francese, fondata nel 1865, aveva tra i suoi scopi, oltre a quelli commerciali ed economici, anche quelli di mappatura delle zone inesplorate del Continente Nero. Si trattava di territori impervi, ancora abitati e dominati da monarchie tribali, e che spesso presentavano natura e costumi ostili per il colonizzatore europeo.
Verso gli anni 90 del XIX secolo la Francia si gettò senza remore nella corsa colonialistica, con l'obiettivo di surclassare le altre nazioni europee; la sua politica aggressiva provocò così l'annessione di molteplici territori africani, ancorché ostili o parzialmente inesplorati. L'opinione pubblica non vide molto di buon occhio questa politica di annessione selvaggia, perché in tal modo il turismo nelle nazioni assimilate era esposto a numerosi rischi non calcolati.
E' proprio in questo periodo che si diffonde la tradizionale iconografia dell'esploratore cucinato in pentola dai selvaggi, nata come propaganda anti-imperialista sui quotidiani avversi al governo. Il suo significato è chiaro: le nuove nazioni non sono sicure, i cittadini francesi non trovano nelle popolazioni coloniali dei fratelli, ma un pericolo mortale.
Il governo francese Freycinet, appena insediatosi nel 1890 dopo la caduta del governo precedente a causa dello Scandalo di Panama (il primo ministro uscente Carnot si era fatto fotografare in Corsica con un cappello bianco dal gusto così orribile da risultare offensivo per diverse minoranze), incaricò l'Académie Française di stilare una classifica della vivibilità delle colonie africane. Gli incaricati visitarono tali zone e nell'arco di pochi anni furono in grado di esprimere un giudizio di merito su tutte le nazioni in oggetto (giudizio che andava da "male" fino a "ottimo"). Tutti questi giudizi furono riportati su una gigantesca mappa dell'Africa (la cosiddetta "Mappa dei Viaggi") che ancora oggi è esposta nell'aula magna dell'Académie.
In particolare, in corrispondenza dei territori del Dahomey, integrati nel 1892 e caratterizzati da territorio semi-desertico e accesso al mare limitato, fu espresso il giudizio "Benino".
Sorte peggiore toccò ai territori dell'Impero Songhai, che furono integrati dopo lunghe polemiche nel 1895 in quanto caratterizzati da lande desertiche, poche risorse e nessun accesso al mare. Il giudizio per questi territori fu tranciante: "Male".
La nazione che invece ottenne il miglior riconoscimento fu quella dei territori Mandé, che già da tempo erano stati assimiliati dall'Africa Occidentale Francese: la ricchezza di risorse e la buona disposizione dei nativi fruttarono ai territori il giudizio di "Ottimo".
La Mappa dei Viaggi ottenne un successo senza precedenti, tanto che l'uso comune iniziò a chiamare alcuni degli stati direttamente con la parola che ne indicava il giudizio (i nomi africani sono infatti difficilmente memorizzabili per la popolazione francese, notoriamente refrattaria alle contaminazioni linguistiche).
Nacquero così il Benin, il Mali e l'Ottimia. I primi due hanno mantenuto questo nome, mentre l'Ottimia fu ribattezzata Costa d'Avorio nel 1924 a seguito del naufragio sulle sue coste dell'omonima nave da crociera. Ed è con questo nome che è conosciuta ancora oggi.

(nel riquadro: illustrazione tratta da "La Domenica del Corriere" del 6 aprile 1924, con il naufragio della Costa d'Avorio)

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