lunedì 3 settembre 2012

Romania

Il rimescolamento di culture e fedi che si creò a seguto del fenomeno conosciuto come monachesimo lasciò segni indelebili anche sulla geografia e sulla toponomastica, e la Romania è uno di questi segni.
In molti avranno studiato come Cirillo e Metodio evangelizzarono l'est europa e la Russia, creando per l'occasione anche un nuovo alfabeto (appunto, il cirillico) con lettere più adatte a riportare fedelmente in forma scritta il parlato di quelle popolazione slave ed ugrofinniche.
Possiamo solo ipotizzare, probabilmente però non discostandoci molto dalla realtà dei fatti, che questa trovata si originò nella mente di San Cirillo in seguito ad una piccola disavventura linguistica occorsa loro nei pressi di Bucarest, e più precisamente sulle coste del Mar Nero, il cui paesaggio ricordò a Metodio la sua terra natale: Cesenatico e le spiagge della Romagna.
Fu per questo che - una volta proceduto all'evangelizzazione di alcune comunità locali - volle lasciare traccia del suo passaggio come un novello (ma ben più umile) Alessandro Magno, chiamando quella terra come la sua terra natale. Appunto, Romagna. Tuttavia la "gn" era fonema difficile da masticare e pronunciare per gli abitanti del luogo, e fu per questo che si accontentò, prima di lasciare quei nuovi fedeli, diretto ad est, di sentirla da loro chiamare "Romania". E così quella terra è chiamata ancor oggi.

(nella foto: i "Bagni Danubio" di Bucarest, gemellati con il "Delfino Blu" di Cesenatico)

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